Nelle settimane passate una eccezionale scoperta ha visto la luce dai sotterranei del Castello di San Michele: dopo scavi durati anni, è stato riportato alla luce un tesoro di gioielli e monete dell’epoca di Violante Carroz.
Un simile ritrovamento, che verrà annunciato in modo ufficiale durante un evento esclusivo riservato alle autorità locali, a esperti di medioevo e gioielli, e alla stampa, in programma per il giorno 28 luglio 2023 al Castello di San Michele, è sicuramente “quasi unico”, ha ribadito l’archeologo che ha curato gli scavi. Unico sicuramente per via del lungo uso che il Castello di San Michele ha avuto nel corso dei secoli (dal periodo in cui, tra il 1350 e il 1511, fu abitato dalla Famiglia Carroz, sino all’uso come lazzaretto durante l’epidemia di peste “di Sant’Efisio” tra il 1652 e il 1656, come fortificazione difensiva degli attacchi francesi tra Seicento e Settecento, come presidio della Regia Marina – poi Marina Militare – intorno al 1940, sino all’attuale destinazione d’uso quale Centro d’Arte e Cultura) ma anche per i diversi scavi archeologici che si sono susseguiti nel tempo e per via dei quali si pensava che ormai si conoscesse tutto sul Castello e la sua storia.
L’oggetto più importante del ritrovamento, ormai già soprannominato “Il tesoro di Violante”, è sicuramente un pendente che si fa risalire alla stessa Donna Violante Carroz, per via di una pergamena datata 1481 contenente un inventario e una stima dei gioielli della contessa. Ma sono presenti anche diversi orecchini del XII secolo, alcuni ciondoli e diverse monete d’oro e d’argento, alcune delle quali spagnole. Nel suo complesso il tesoro è stato attualmente stimato intorno ai 10 milioni di euro. La stima è stata effettuata grazie al lavoro di esperti della Notarbartolo Inc., azienda internazionale con sede ad Anversa, che lavora con le più importanti case d’asta del mondo.
La preziosità del gioiello, oltre che alla sua storia che lo rende inestimabile, è data anche dalla presenza di alcuni zaffiri, e dalle incisioni che occupano la parte posteriore del ciondolo. Lo zaffiro blu, colore associato alla Madonna, costituisce probabilmente un omaggio a Maria, e forse il pendente è stato creato anche con una funzione “protettiva”, da indossare, verosimilmente, come aiuto al parto. Alla pietra preziosa erano comunque attribuite anche altre proprietà medicinali, come generica protezione dalle malattie, e in particolare da ulcere, problemi con la vista, mal di testa e balbuzie. Infatti, in epoca medievale a molti gioielli e pietre veniva attribuito un potere magico ed erano considerati dei veri e propri amuleti portafortuna o protettivi da indossare in particolari occasioni o in guerra.